(Alcune riflessioni tratte dalla Raccolta: “DAL DIARIO DI BABBO NATALE” di lilliput2000)
ARGOMENTO DIVISO IN 02 PARTI INDIVISIBILI:
01 – UNA PENNA SOSPESA NEL VUOTO!...
02 – COMMENTO DELL’AUTRICE lilliput2000.
UNA PENNA SOSPESA NEL VUOTO...
Le erano stati consegnati un foglio di carta rigata ed una penna, come a tutti gli altri ricoverati dell’ Istituto per anziani, ma l’ attenzione di Angiolina non era rivolta a quel foglio e tanto meno alla penna, ma ad un “Babbo Natale” di pannolenci, con il pancione ripieno di cioccolatini, che le avevo portato come dono per le feste vicine...
Riuniti nella sala ricreativa, davanti ai frenetici preparativi, da parte del personale addetto, per l’allestimento del presepe e per l’addobbo del grosso albero di pino, ogni anziano, naturalmente nella loro possibilità e con l’aiuto dei famigliari, doveva scrivere alcune impressioni, su quanto ricordassero dei loro passati “Natali”...le letterine, poi, sarebbero state appese ai rami dell’albero di Natale, lette il giorno della vigilia e premiate le migliori.
ALBERO DI NATALE CARICO
DI LETTERINE NATALIZIE
IMMAGINE TRATTA DA INTERNET
ELABORAZIONE GRAFICA DI lilliput2000
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Lei, Angiolina, la mamma di una mia carissima amica di università, era rimasta con la penna sospesa sopra il foglio e, continuando a guardare, intensamente, il Babbo Natale di pannolenci, si scorgeva che il suo pensiero seguiva dei ricordi...
Conoscevo quella Signora da molti anni: una persona minuta, gentile, sempre sorridente ed ospitale, gradiva scherzare e conversare, attiva nei suoi lavori quotidiani, attenta alle esigenze della casa e della famiglia ed amante soprattutto del suo Paese nativo, Schiavi d’Abruzzo, dove spesso durante le vacanze, vi passava alcune settimane...
L’AGGLOMERATO DI UNA PARTE
DEL PAESE DI SCHIVI D’ABRUZZO
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CARTOLINA ED ELABORAZIONE GRAFICA DI lilliput2000
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Un paesello dell’Abruzzo, forse piccolo quanto un fazzoletto, ma grande di bellezze naturali, ancora incontaminate dalla stoltezza dell’uomo...un paesello ridente e cortese, che i primi pionieri pensarono di fondare sulla sommità del monte Pizzuto all'altitudine di 1172 metri a livello del mare Adriatico, nella parte più a sud della regione, al confine con il Molise…Dal 600 a.C. al 290 a.C. era stato dominato dai Sanniti Pentri ed anticamente era chiamato “Sclavi”, perché fondato da una colonia di slavi e divenne, ai tempi dei Normanni, feudo di Roberto da Sclavo!
MONTE PIZZUTO: SCHIAVI D’ABRUZZO!
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Un paesello, infine, con case bianche, arrampicate sulla roccia, come una lunga cordata di scalatori, sospesi nel vuoto, quasi a toccare il cielo...un paesello circondato dagli Appennini, sommerso dai folti boschi e verdi valli, avvolto dai suoni della natura, dai canti degli uccelli, dall’urlo del vento e d’inverno dagli ululati dei lupi rintanati tra le rocce...In pianura, la confluenza del torrente Sente con il fiume Trigno ed, in lontananza, dalle vette più alte, si scorge il verde Adriatico…
“Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti…”
(Gabriele D’ Annunzio)
IL VERDE ADRIATICO!
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Schiavi d’Abruzzo, un piccolo spicchio d’Italia che conserva, tuttavia, un antico ricordo preromano, romano e medioevale: testimone di antichi reperti archeologici, come i famosi “Templi Sacri Italici”, un’area sacra realizzata, probabilmente, in due periodi diversi, II^ e I^ secolo a. C…Una Terra di pascoli, di pastori, di montanari, di Gente forte e genuina, che conserva ancora le antiche tradizioni, ma anche Terra di grandi Poeti....
“…han bevuto profondamente a fonti
alpestri, che sapor d’acqua natìa
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete invia.”
(Gabriele D’Annunzio)
PASCOLI ABBRUZZESI!
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Da Schiavi d’Abruzzo, dalle verdi valli, dai cupi boschi, dalle alte vette, dai profumi intensi di legna e di fieno, dall’aria sottile e rarefatta, da quel cielo terso sorvolato da rapaci, da quella natura pura, libera ed ancora selvaggia, Angiolina non si sarebbe mai allontanata, se le circostanze della vita non l’avessero strappata da quel Paese, da quella casa patriarcale, da quella Terra dannunziana, come un atto vandalico sradica la radice di un’antica quercia...e, per Lei quel distacco ha significato sentirsi orfana per la seconda volta...orfana di Madre Terra!
Ora, Angiolina, era là, ospite di un Istituto per anziani, posto in una “Terra” che per lei è sempre stata straniera: straniera la città con i suoi palazzi, le sue strade frenetiche di traffico, con la folla convulsa...lei, che era abituata alle basse e robuste case di montagna, ai bianchi viottoli del paese, ai piccoli raduni nella piazza della chiesa; straniero il mare con i suoi gabbiani...lei, che era vissuta sempre circondata dai silenzi delle vette con le sue aquile; straniero il “vernacolo” che aveva incontrato nella nuova città...lei, che aveva parlato solo l’idioma dannunziano...
STRANIERO IL MARE CON I SUOI GABBIANI!...
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Ora era là, colpita da alcuni anni da una forma di demenza senile, che però non aveva alterato i suoi ricordi, anzi li aveva fatti emergere tutti...Ora era là, adagiata nella sua poltrona preferita, nel suo angolo preferito, da dove poteva osservare, contemporaneamente, l’andare e venire delle persone, lo scorrere delle immagini della televisione, ascoltare i discorsi degli altri ricoverati, il via e vai degli infermieri e degli operatori....Ora era là, Angiolina, vestita sempre accuratamente, con gli orecchini antichi della nonna e le perle della mamma, le scarpe sempre lucide ed addosso una fragranza di pulito, di saponetta, di talco, come solo un bambino sa emanare...
…ADAGIATA NELLA SUA POLTRONA PREFERITA!…
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Ogni qualvolta che ero andata a trovarla, mi accoglieva con un sorriso e tanta contentezza...ricordava i tempi passati, le feste fatte insieme, persino i nomi di tutti i miei famigliari, ma quel giorno, Angiolina era triste...continuava a guardare, insistentemente, quel Babbo Natale di pezza...gli occhi erano colmi di lacrime, una piega amara segnava la sua fronte ed il volto era una smorfia di dolore e malinconia insieme...la penna, ancora sospesa nel vuoto, tremava tra le sue dita e sulle righe del foglio non c’era una “parola” scritta...
Non era difficile capire che stava seguendo i suoi “pensieri”, non era difficile comporre in parte quei “pensieri”...non era difficile intuire i sentimenti che si facevano spazio nel suo cuore, nella sua anima...non era difficile, infine osservandola, provare tenerezza, mentre rincorreva quei ricordi nei meandri della sua memoria...
INSEGUIRE I RICORDI!...
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E fu così, forse per suggestione del momento, forse per mia pura fantasia, forse per un inspiegabile “incanto” che ho avuto la sensazione di leggere i suoi pensieri, di sentirli concreti, come se me li trasmettesse nella mente: così vivi, così reali, così forti che quella penna sospesa nel vuoto la vidi animata e da sola correva sul foglio, riempiendo le righe di antichi ricordi...
LA LETTERINA DI ANGIOLINA A BABBO NATALE
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“Caro Babbo Natale,
ti ricordi di me?...Sono Angiolina...sì, Angiolina di Schiavi d’Abruzzo...Angiolina degli Appennini, Angiolina del monte Pizzuto, Angiolina delle vallate abruzzesi, Angiolina della Terra del grande Poeta D’Annunzio...sono Angiolina, Babbo Natale, la tua Angiolina, quella bambina che correva spensierata per i prati a raccogliere i fiori, tra le siepi le more ed i funghi nei boschi...quella bimba, allegra e piena di vita, che nella notte di Natale credeva in te…quella bimba ti attendeva con il sospiro sospeso…aspettava di sentire i tuoi passi e gli scricchiolii dei gradini delle scale al tuo passaggio…sognava di sorprenderti alle “prese” con i suoi calzini, appesi sopra il camino, ancora caldo della sera…quella bimba, che ogni notte di Natale, prima di coricarsi, furtivamente, usciva con il suo pellicciotto, per imbucare nella cassetta postale del Paese la letterina per te…e, quanta fatica faceva per raggiungere la “buca” della cassetta!...Quella bimba che al ritorno dalla sua missione, scrutava il cielo alla ricerca di una slitta tirata da renne o cercava in terra, nel bianco lenzuolo della neve, i segni del tuo passaggio…quella bimba che, durante quelle notti magiche, non riusciva a prendere sonno ed il suo cuoricino batteva di emozione ad ogni piccolo rumore…
Quella bimba sono io Babbo Natale…con molti anni in più, tanti...con molti capelli bianchi e radi, senza denti, poche forze e tanta confusione in testa...ma sono sempre la tua Angiolina!…Quanto tempo è passato, da quando ti ho scritto la prima lettera e non ricordo più quando è stata l’ultima...ed ora, anziana, mi ritrovo ancora a pensarti e provare a scriverti”…
SONO IO QUELLA BIMBA CHE FACEVA FATICA
A RAGGIUNGERE LA BUCA POSTALE!…
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…”E’ proprio vero che c’è un momento, nell’esistenza di ognuno, in cui la primavera e l’autunno della vita s’incontrano…In ogni uomo c’è un ritorno storico all’infanzia ed il desiderio di ricercare quelle sensazioni genuine, quelle esperienze pulite, quelle scoperte meravigliose che lungo il corso della vita avevamo sepolto, impudentemente, nei meandri più profondi della nostra memoria, per dare spazio alle vicissitudini quotidiane”...
…”Ogni uomo arriva ad una tappa obbligata della sua esistenza, dove “tutto” si ferma, perché “tutto” è stato compiuto, perché il “tutto” va ricordato ed esaminato dalla coscienza…In quella “tappa” non esistono più le realizzazioni: lo studio, il lavoro, la crescita dei figli, i doveri di una famiglia, i problemi da superare, gli errori da riparare, le sconfitte da incassare, le responsabilità verso la società…esiste solo la “resa dei conti”: cioè, quanto hai fatto, come l’ hai fatto, perché l’ hai fatto e quanto hai dato…ormai per me è giunta quella sera, quella sera della presa coscienza del proprio operato!”…
SI FA SERA…
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…“Caro Babbo Natale io sono arrivata a questa tappa, quella tappa in cui ci è permesso di essere almeno una volta sinceri con noi stessi: la coscienza interroga ed io rispondo...Non esiste più un “futuro”, ma solo un “Passato” ed un “Presente”: un “Fu ed un E’ ”...ma in mezzo a queste due condizioni, c’è stata tutta la parentesi della mia vita…Una vita semplice e laboriosa, vissuta nel mio paese d’ Abruzzo, tra le montagne incappucciate di neve ed il fuoco del camino della mia casa…un Paese che ho tanto amato, in cui avevo tutti i miei Cari, tante amiche e tanti ricordi; un Paese piccolo, gente semplice, cuori forti, sapori genuini, aria pulita...profumi di mughetto e lavanda nelle valli, odore di bucato nei cortili, belati di pecore nei prati...un Paese così “grande” per me e, che non avrei voluto mai lasciare, ma il destino mi ha portato lontano: dai monti al mare!...e, quel Paese in cima alla montagna, tra le nevi del monte Pizzuto, quel camino sempre fumante della casa patriarcale li rivedrò dal Cielo, solo quando il Signore mi chiamerà a sé”…
QUEL FIL DI FUMO DAL CAMMINO!...
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…”Là, tra gli Appennini Abruzzesi ho trascorso la maggior parte della mia esistenza; una vita di figlia, di moglie, di madre, di vedova…ho vissuto momenti felici e momenti drammatici, come la guerra e l’occupazione tedesca; ho visto assottigliarsi i posti a tavola, prima mia madre, poi mio padre ed infine il mio caro marito…Sono rimasta sola con mia figlia, la mia cara ed unica figlia, che con pazienza assiste agli ultimi anni difficili della mia vita.
Ed ora eccomi qui, anziana, smarrita, con tanta confusione in testa e tanta paura…a volte non so neppure dove io sia ed in quale stagione mi trovi…vedo intorno a me volti sorridenti, volti oscuri, volti sconosciuti; ma vedo anche tanti volti sofferenti, maschere di dolore e di angoscia e, mi chiedo se anche il mio volto è solcato da tale disperazione, in quanto tanta ne sento nel mio cuore”…
OGNI ANZIANO NASCONDE LA SUA SAGGEZZA!!
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…”Spesso grido e non so perché...eppure un giorno ero una persona educata e gentile con gli altri...ed ora a causa di questa mia malattia, sono diventata irritante con tutti...è più forte di me, chissà se le persone che mi circondano, che mi assistono e mia figlia stessa mi capiscono, mi tollerano, mi giustificano...chissà se i miei atteggiamenti incontrollabili portino gli altri ad odiarmi, a disprezzarmi, ad isolarmi, a non avere più indulgenza per me...eppure basta un niente, una carezza, una semplice parola, un cioccolatino per farmi ridere o farmi piangere, per stimolare ancora i sentimenti che sono chiusi, ma, credimi Babbo Natale, vivi e palpitanti più che mai nel mio cuore…la difficoltà è che non riesco più ad esprimerli...perché vedi, caro Vecchio Uomo delle Nevi, anche noi “anziani” siamo stati un giorno giovani, essenziali, forti, coraggiosi e tuttora “esseri umani”, ma considerati dalla maggiore parte della società, emarginati, rami secchi, esseri inutili, addirittura “pesi” per l’economia sociale!”....
IL TRAMONTO DELLA VITA!
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…”Caro Babbo Natale, nonostante la mia età, sento ancora un cuore dentro di me che si emoziona ad una carezza, che soffre di fronte all’indifferenza, che piange di fronte all’egoismo, che teme la violenza, che gioisce di fronte al sorriso di un bambino...
E’ vero che noi anziani siamo le ultime foglie d’autunno di una solida quercia che è l’umanità...quelle foglie secche, ingiallite ed accartocciate, pronte ad essere accolte dal vento gelido di un Destino, che prima ci ha fatto nascere gemme della quercia e poi da essa ci distacca...ma è anche vero che siamo stati, un giorno linfa vitale della stessa quercia....”
LE VECCHIE QUERCE HANNO TANTO DA INSEGNARE!
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…”Le nuove generazioni e l’indifferenza egoistica delle Istituzioni non considerano che camminano su quel progresso, su quella civiltà, su quel benessere che si sono ottenuti attraverso le fatiche, le lotte, le rinunce dei loro Avi...di quelle “foglie secche” della società...quelle “foglie” che tutti siamo destinati a divenire...la differenza sta solo nell’epoca, chi prima chi dopo, di quanto questo accada: ogni giovane uomo non fa in tempo a disprezzare il vecchio, che già egli stesso è vecchio: una foglia secca, battuta dal vento, che tenta di volare!”…
IL DESTINO DI TUTTI GLI UOMINI
E’ COME QUELLO DELLE FOGLIE SECCHE!...
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…”Caro Principe del Polo Nord, caro vecchio amico degli anni della mia infanzia, non è forse per me neppure il tempo dei desideri, dei sogni o della speranza…o per lo meno di quei desideri che solo i giovani posso sognare, quell’attesa di un evento piacevole o vantaggioso, quegli articolati ed ambiziosi progetti proiettati in un futuro, che solo la gioventù può nutrire…No!...nel mio tempo, tutto ormai è stato compiuto!...Il mio desiderio, se mai mi possa ancora permettere un desiderio, è molto più sollevato dalle cose terrene, più idilliaco, forse bucolico: quando sarà arrivato per me, il momento in cui mi unirò ai miei Cari perduti, tu ogni Anno, nella Notte di Natale mi porterai con te, sulla tua slitta di renne e mi farai sorvolare gli Appennini dell’ Abruzzo; attraverseremo, insieme, il cielo azzurro e stellato del mio Paese, dove il vento gelido corre per i boschi e lungo le vallate; saliremo lungo le pendici del monte Pizzuto, illuminato dai mille occhi delle casette ad esso abbarbicate, come un magico presepe di montagna; ci fermeremo sul campanile della mia Chiesa dove mi sono battezzata, comunicata, cresimata, sposata e battezzato mia figlia...dove sono state celebrate tutte le messe funebri dei miei Cari; sorvoleremo tutti i tetti del Paese, fino ad arrivare al camino della mia casa paterna: un camino da molto tempo spento, ma chissà…un giorno, forse, ci sarà un altro Bimbo ad attendere, con il “calzettino” il nostro arrivo”...
SORVOLEREMO IL TETTO DELLA MIA CASA!...
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…”Un mio Compaesano, persona, all’epoca, importante del Paese, che ormai da molto tempo mi ha preceduto, nel grande “viaggio”, scrisse una canzone per Schiavi D’Abruzzo, di cui ricordo, solo poco parole ed in questa notte magica vorrei cantarla con te: -Schiavi d’Abruzzo, Paese di sogno sei tu...il monte Pizzuto dal verde velluto lo veglia e lo culla...- Addio, Babbo Natale, ricordati la promessa...la tua Angiolina”.
...e, la penna che per incanto avevo visto animata sul foglio, per lo stesso incanto si fermò!...
L’ULTIMA LETTTERA A BABBO NATALE!...
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Tacito nei suoi “Annali” scrisse:
“Omnia quae nunc vetustissima
creduntur, nova fuere”!
”Tutte le cose che ora si credono
antichissime o vecchie, furono nuove”!
002 – COMMENTO DELL’AUTRICE lilliput2000
Questo capitolo fu scritto da me nel lontano Natale del 2008, per la mamma di una mia cara amica e vinse il primo premio, come migliore letterina appesa all’albero di Natale, tra tutti gli ospiti dell’Istituto, dove la Medesima signora dimorava: è stato riportato integralmente, solo con nuove e più ricche foto, di cui molte personalizzate e per questo colgo l’occasione per ringraziare tutti i “designer” che hanno messo a disposizione una vasta ed articolata gamma di elementi grafici sul Web.
Ripresentare questo vecchio scritto per il Natale 2020 mi è sembrato adatto, per i tragici tempi che tutto il Mondo sta incorrendo, dove un’anziana donna, Angiolina, ricorda a tutti noi, quante nonne e quanti nonni abbiamo perduto per la pandemia Covid-19, quanti bimbi quest’anno sono stati privati del loro affetto, quanti anziani saranno assenti alla tavola da pranzo del Natale…quante sedie vuote!…Ed in memoria di tutti loro e per la sofferenza dei momenti difficili e drammatici che sta passando tutta l’umanità, dedico questo scritto…
Purtroppo oggi anche Angiolina non è più su questo mondo, il suo corpo giace e riposa in terra di Abruzzo ed io voglio veramente sperare che ogni Natale il suo Spirito, come desiderava, faccia un viaggio sulla slitta di Babbo Natale, sopra le sue amate montagne incappucciate di neve, lungo le verdi valli e folti boschi abruzzesi, dove il vento riporta nei vicini borghi il cupo ululato dei lupi e possa soffermarsi sopra il tetto della sua cara casa paterna, dove forse il camino non è più spento e dove un bimbo abbia appeso il suo calzettino!
LA VITA VA AVANTI, MA I RICORDI RESTANO!
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ELABORAZIONE GRAFICA DI lilliput2000
(VEDERE PUNTI: “a”, “b”, “c” a piè di pagina)
Questo presepe sottostante rappresenta
uno scenario di pace e di serenità,
quelle stesse emozioni, quelle stesse condizioni d’animo
che io auguro per il Natale
ad ogni Famiglia e al Mondo intero,
che ha sofferto molto
per questa pandemia, che ci ha colpito tutti
in modo imprevedibile ed inaspettato
e ci continua purtroppo a colpire ancora
con tutte le gravi conseguenze che ne
deriveranno per l’intera Umanità.
AUGURI A TUTTO IL MONDO!
(lilliput2000)
Scritto del 2008 di lilliput2000
riproposto in versione integrale,
con più e nuove foto personalizzate,
immagini e commento.
FINE DEL CAPITOLO.
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