(Alcune riflessioni tratte dalla Raccolta: “ALLO SPECCHIO MI CONFESSO” di lilliput2000)
DA DOVE VENIAMO…
DOVE STIAMO ANDANDO...
ARGOMENTO DIVISO IN 04 PARTI INDIVISIBILI:
01 – PREFAZIONE DELL’AUTRICE: lilliput2000!
02 – ENTRARE NELLA LOGICA DELL’ETERNITA’!
03 – BREVE VIAGGIO NEGLI ALDILA’ DELLE VARIE CULTURE!
04 – DA DOVE VENIAMO… DOVE STIAMO ANDANDO!
01 - PREFAZIONE DELL’AUTRICE – lilliput2000!
ABBIAMO RISPOSTO A TUTTI I NOSTRI INTERROGATIVI?...
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Frase di Confucio
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In questo capitolo, che in un certo senso potrebbe essere considerato la continuazione di un mio precedente scritto: “Tutti i fiumi portano all’oceano”, voglio formulare il mio modesto pensiero su un tema, o meglio darmi una risposta su una domanda, che almeno una volta nella vita ci siamo chiesti tutti: “da dove veniamo…dove stiamo andando…”
Certamente è un concetto alquanto spinoso ed arduo d’affrontare, ma su un piano intuitivo, istintivo, logico e pratico…non meno raffrontandosi e sintetizzando le varie opinioni degli altri, valutando con obiettività e con prudenza le esperienze “post mortem” ed il “ritorno” di pazienti ritenuti clinicamente morti, documentandosi sulle varie culture dei popoli, attraverso i secoli e le varie dottrine dei saggi filosofi e teologi antichi e moderni, osservando meticolosamente la magnificenza della Natura, la sublimità dell’Universo, l’Ordine ed il Rigore del Creato, dalle più grandi alle più piccole sue manifestazioni ed infine il miracolo della procreazione e la continuità delle specie, ognuno di noi è in grado di teorizzare una sua idea, ovviamente discutibile e dubitabile…però l’uomo ha bisogno che i suoi “perché” si trasformino in risposte o almeno placare la sua curiosità ed in questo caso la sua ansia in una luce di speranza e di aspettativa …
E’ uno scritto più lungo del solito, dato l’argomento trattato, che invita chi scrive a spingersi e forse disperdersi nelle molteplici complesse cognizioni tramandate nei vari secoli e non meno a riflessioni personali, tuttavia potrebbe essere interessante per i nostri ragazzi, quei giovani che gradiscono compiere un viaggio storico e mitologico, attraverso le diverse tradizioni religiose di un antico passato…Naturalmente vari cenni su diverse teorie ed esperienze spirituali di gruppi etnici, addirittura atavici, molti dei quali non hanno mai avuto contatto tra di loro, ma dove è evidente un comune richiamo mistico e trascendentale ed un comune desiderio di “risposta” su quanto non è riconducibile all’esperienza umana, ma la rende possibile: esiste un’ Eternità per l’uomo?...
Ognuno è libero di esprimere un pensiero, l’importante non ledere mai la sensibilità altrui e rimanere sempre nei confini del possibile e del razionale, perché l’uomo è soprattutto ragione, ma la spiritualità che è in lui, spesso va a risvegliare molti dubbi ed interrogativi e ad inquietare la ragione…poi ogni concetto può essere condiviso o no!…del resto la Storia dell’umanità ci insegna quanti idee e quante teorie, alcune pregevoli altre stravaganti e talune anche dannose, si sono succedute da che uomo è uomo…la letteratura ne è piena, consumando inchiostri e pagine di libri e quante diatribe sono ancora aperte e non risolte in questo mondo!…
Una volta qualcuno mi chiese cosa pensassi dell’Eternità e dell’Aldilà…non seppi lì per lì rispondere subito, ma poi mi venne in mente una poesia di William Blake, tratta dalla sua opera “I canti dell’innocenza”:
“Per scorgere l'eternità in un granello di sabbia
e il paradiso in un fiore di campo
tieni l'infinito nel palmo della mano
e l'eternità in un'ora.”
Se fossimo capaci di questa impresa avremo la risposta ai nostri perché!...
UN’ IMPRESA ARDUA ED IMPOSSIBILE…
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Elaborazione Grafica di lilliput2000
02 – ENTRARE NELLA LOGICA DELL’ETERNITA’!
UN ATTIMO…
Frase della poetessa e scrittrice inglese Eliza Cook
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Non è facile entrare nella logica dell’Eternità, scoprirne l’Origine, i meccanismi, le cause e gli effetti, la finalità, l’insieme degli elementi fra loro collegati ed articolati, che hanno dato vita a questo processo di “tempo” infinito, indeterminato, del quale fino ad oggi é stato motivo di polemiche, dubbi, studi da parte di teologi, filosofi, antropologi, storici, fisici, matematici…causa di numerosissime controversie, tra le diverse correnti religiose, non da meno di guerre religiose che perdurano tuttora nel mondo, fino a non arrivare mai ad un compromesso pacifico, al capo della matassa, ad un concetto concreto, ad una soluzione oggettiva ed uguale per tutti, se non in un solo punto e cioè avere sempre ricercato la nostra Origine ed un Creatore!...
Che l’eternità, come infinita ed illimitata dilatazione del tempo esista, non c’è alcun dubbio, è scientificamente approvata la continua estensione dello spazio, come la stretta correlazione tra spazio e tempo: cresce infinitamente l’uno, aumenta illimitatamente l’altro!…Come scientificamente è approvata la relatività del tempo, studio iniziato da Galileo e perfezionato da Einstein, ma non si conosce la sua “vera” Origine né si è certi se l’uomo sia destinato a fare il salto dal tempo determinato a quello indeterminato…
E’ un problema che forse mai si risolverà, perché per chi non crede ad un destino eterno per l’uomo, la questione è risolta: si fa per dire, una briciola di insicurezza rimane sempre!… per chi crede è altrettanto risolta: si fa per dire, perché la speranza vela sempre dei timori e delle incertezze!... Questo perché se anche l’uomo vive di fede e pur sempre un essere razionale…e la ragione spesso è in conflitto con la fede, creandogli molti problemi e dilemmi…
In conclusione il “dubbio” fa da re, che non offre la possibilità, negli entrambi casi, ad un’interpretazione certa, concreta ed univoca, né la condizione di una soluzione oggettiva, ma è solo un tema aperto a contestazioni, obiezioni, polemiche!... Solo in una cosa siamo d’accordo, credenti ed in un certo qual senso non credenti, che è un’ “aspettativa” che in fondo al cuore desiderano tutti!
L’UOMO SI INTERROGA…
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La diatriba, dunque, é ancora aperta e forse mai si chiuderà: resterà sempre il più tormentato dilemma, il più enigmatico mistero, il più oscuro dubbio, ma anche la più appagante speranza dell’Uomo!…E’ un conflitto dell’animo ed un’ ossessione della mente, che perdura da che l’Uomo ha messo piede sulla Terra ed ha assistito alla prima morte, considerando questa non una “fine”, ma un passaggio, un transito, una parentesi, che chiude solo un’ epoca della sua vita, ma ne apre un’altra, una condizione che si può definire, un po’ audacemente e semplicisticamente, di riposo e di pace…come se andasse in “pensione”, dopo avere travagliato tanto nel mondo e ricevere una “buonuscita” per il lavoro svolto ed in questo caso un premio spirituale, secondo le sue azioni svolte sulla Terra!...
ESISTERA’ QUESTA SCALA TANTO DESIDERETA DALL’UMANITA’?...
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Nel corso dell’evoluzione, i vari popoli atavici, distribuiti sulla Terra, più che preoccuparsi se con il sopraggiungere della morte sarebbe stata la ”fine” di una vita, si sono sempre interrogati “dove andiamo” dopo la morte!...ed ancor prima “da dove veniamo!”…Già queste due domande implicano, nel pensiero umano, fin dai più remoti tempi, il costante desiderio, ma anche una connaturata convinzione di eternità del suo essere!
L’uomo, fin dalle epoche più arcaiche, fin dall’era del primo homo sapiens, che si muoveva sul Pianeta titubante, smarrito, timoroso, pieno di stupore e di interrogativi, non ha mai pensato a se stesso come essere finito…non alla stregua di una pianta, di una semplice foglia o di un animale, anche se spesso molte piante, molti animali e molte pietre o fenomeni naturali, a quel tempo, venivano divinizzati e perciò considerati eterni…ma egli si è sempre ritenuto uno spirito eterno, che neppure la morte poteva spegnere, per sempre, la sua linfa vitale, ma continuare in “eterno” un’altra vita, in altro luogo!...Ed é implicito che ognuno di questi regni avesse per loro, la prerogativa dell’eternità, a differenza della caducità della vita terrena.
TUTTO MUORE…NULLA SI DISTRUGGE…TUTTO EVOLVE…
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Pur non avendo chiaro il concetto di “eternità”, a quei tempi, era comunque una rappresentazione mentale indefinita ed idealmente configurata, un’essenza inconsapevolmente, immanente in ogni uomo, al punto di credersi creatura “per sempre” in un luogo fantastico di pace…come se fosse un’idea ancestrale, riconducibile a cause recondite ed inspiegabili.
Quello che più stupisce, infatti, é che pur essendo state e sono tuttora molteplici le etnie su questo Pianeta, e diversissimi i costumi, le usanze, le tradizioni, la storia, i tratti somatici…pur non avendo molti di questi popoli avuto, nei lontani tempi, alcuna influenza e contatti tra loro, addirittura ignoravano l’esistenza, gli uni degli altri…un “punto” ha unito sempre Tutti: il concetto e la prospettiva di un’ Aldilà, un Regno eterno, che accoglie tutte le anime dei defunti e che si identifica in forma trascendentale, cioè in una forma di esistenza non empirica, ma spirituale…di conseguenza il culto dei morti, il contatto straordinario con gli Antenati e le nascite di varie Religioni, che implicavano, necessariamente, l’adorazione di un Dio o di più dei, comunque Creatori di ogni Cosa o Protettori di vari fenomeni naturali, come il dio della Terra, il dio della pioggia, il dio dei venti, il dio dei fulmini, il dio del sole, il dio della luna…e così via…!
DA DOVE VENGO, DOVE VADO?...
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Forse, veramente, le prime domande che si sono fatti i primi Uomini sono state: “chi siamo…da dove veniamo…dove stiamo andando?”…tanto più che sono domande, ancora attualissime, nell’Umanità, vecchia di quattro milioni d’anni! Anche se le religioni, dalle più antiche idolatrie, ai feticismi, agli animismi, allo sciamanesimo sono diverse l’una dall’altra, il fine è uguale per tutti, prevedendo un Dio ed un Regno eterno oltre alla morte: tutti i fiumi portano all’Oceano…
Questo dimostra, in modo inequivocabile, che i concetti “Eternità” e “Creatore” sono idee immanenti, facenti parte dell’essenza di ogni individuo, come se fossero state impresse a carattere di fuoco nella profonda memoria ancestrale dell’uomo, ancor prima della nascita, per essere tramandate, nel DNA, di ognuno di essi…che poi nel corso della vita, soprattutto nella civiltà attuale, distratti da altri input, volti ad interessi più materialistici che spirituali, molti rifiutano l’esistenza di un Aldilà o di un Dio, non vuol dire, però, che non sia un problema, che comunque almeno una volta nella vita, non si sia posto e che tuttavia, un “dubbio” o una “speranza” velata o intenzionalmente soffocata, non restino sempre presenti nel sub conscio umano!...
Se da giovane l’Uomo é meno coinvolto in temi esistenziali, verso la vecchiaia la crisi spirituale si presenta un po’ per tutti, perché vede avvicinarsi quel “trapasso” arcaico e misterioso, che lo potrebbe portare o ad una fine definita del suo Io o alla liberazione del suo Spirito: quello é il momento degli interrogativi, delle riflessioni, delle valutazioni, delle risposte, ma anche delle domande, dei dubbi, delle inquietudini e delle paure, della rassegnazione o della Fede!...
TUTTI DESIDEREREMO QUEL SALTO NELL’ETERNITA’…
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I regni dell’Aldilà, come luoghi di eterna dimora, lungo le svariatissime mitologie dei popoli, sono diversissime, dalle praterie dei Pellirossa d’America al meraviglioso Giardino circolare, troneggiato da un albero di Giada dai rami d’oro, dei Taoisti Cinesi; dalla Casa del Sole degli Aztechi al Sacco di Carbone nella Via Lattea degli Incas; dai Campi Elisi degli antichi Greci ai Campi Iaru degli Egiziani, che i defunti raggiungevano attraverso la Barca Solare traghettata attraverso il Nilo; dalle Caverne degli Celti ai palazzi dell’ Ásgarðr dei Vichinghi; dalla Janna per i Musulmani al Paradiso per i Cristiani!…pur tuttavia dal periodo arcaico ad oggi, non c’é stato popolo che non abbia creduto all’eternità del suo spirito, ad un luogo altrettanto eterno, dove dimorare dopo la morte, ad un Creatore onnipotente o più dei!
DOVE DIMORERANNO LE NOSTRE SPOGLIE NE SIAMO CERTI…
MA IL NOSTRO SPIRITO?...
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Fin dai primi albori dell’umanità, nell’Uomo una forza misteriosa, un impulso naturale lo portarono a ricercare un regno trascendentale, un luogo metafisico, come se fosse un atavico ricordo del suo spirito e di conseguenza la necessità di divinizzare alcuni fenomeni naturali, quale la folgore, il tuono, la pioggia, l’arcobaleno; o particolari piante, come la ceiba, considerata dagli antichi Maya il primo albero del mondo, perché la sua folta chioma e le sue profonde radici univano Cielo e Terra, posto al centro del Cosmo e ritenuto sacro; o particolari pietre o minerali, soprattutto per i popoli animisti, come gli sciamani, affascinati dalle forme, dai colori o dai riflessi di alcuni quarzi, cristalli e stalattiti delle grotte, che costituirono i loro primi rifugi…Oppure gli stessi animali, per tutti quei popoli antichissimi che seguivano la zoolatria: come la vacca sacra, detta la Gaumata, la Mamma che nutre, per gli Indiani; o l’Apis (il bue), il gatto, la scimmia, l'ippopotamo, lo scorpione, il leone, il serpente ed il coccodrillo, per gli Egiziani; o l’aquila, il lupo, l’orso per gli indigeni; o l’aquila e l’orso per il popolo norreno; o il Dingo per gli aborigeni australiani; o i “nove animali totem”, che secondo la tradizione pellerossa, erano legati ad ogni uomo, guidandoli in imprese eroiche ed accompagnandoli, nel cammino della loro vita, infondendo in loro, coraggio, valore, audacia…e tutti questi simboli o animali venivano divinizzati!
GLI ANIMALI TOTEM GUIDA DEI PELLEROSSA
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03 – BREVE VIAGGIO NEGLI ALDILA’ DELLE VARIE CULTURE!
OGNI CREDENTE SI IDENTIFICA IN UNA RELIGIONE
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Mi prefiggo di fare brevi tappe su alcune culture religiose dei popoli, dalle più antiche civiltà ad oggi, con lo scopo di evidenziare, che nonostante le evoluzioni fossero diverse, più o meno civili, senza alcun contatto tra loro e sviluppatesi contemporaneamente o in varie epoche diverse, il concetto finale é uno ed uno solo uguale per tutti, che unisce culture passate e culture presenti ad un’unica oggettività: l’eternità oltre la morte, un Dio o più dei, il senso del Bene e del Male, un Giudizio supremo che premia i Buoni e condanna i rei!
UN PONTE VERSO L’INFINITO!
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Presso i primi popoli primitivi la religione era animistica, secondo la quale tutti i fenomeni naturali e tutte le cose erano animati da spiriti benigni o maligni…per esempio per gli Sciamani dell’Australia, che risiedono sulla Terra, da almeno più di sessantamila anni, il più imponente massiccio del deserto australiano, il monolito Uluru, termine aborigeno, che significa “strano” e conosciuto anche con il nome di Anangu, ha tuttora un ruolo importante ed è ritenuto profondamente sacro e magico per quella Gente, dovuto alla sua colorazione intensamente rossa, che secondo il ciclo quotidiano del sole nel cielo, varia di colore: giallo oro, arancione, viola...inoltre a renderlo anche più misterioso e credere che si sia formato dalle attività di esseri ancestrali, sono le misteriose grotte, i riflessi delle pozze d’acqua e le antichissime pitture rupestri.
L’animismo esiste tuttora tra le ultime tribù sparse nel Mondo e pur avendo ognuna di esse riti diversi, tuttavia in comune resta la fede in un mondo ultraterreno e la credenza che gli spiriti dell’oltretomba si mettano in contatto con i viventi, attraverso le esperienze di sogni, visioni, trance o per mezzo di stregoni, per cui la “morte” non mette fine al “rapporto” tra vivi e morti e suppone un Aldilà eterno.
IL MONOLITA ULURU, NEL PARCO NAZIONALE AUSTRALIANO:
ULURU-KATA TJUTA NEI SUOI DIVERSI COLORI NATURALI!
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Tuttavia un po’ di “animismo” é rimasto, quasi come ereditarietà, anche nell’Uomo moderno, se pensiamo che molti luoghi, molte statue e molte “cose” li riteniamo sacre: tendiamo a baciarle, ad inchinarci, ad accarezzarle, a pregarle e programmare periodici pellegrinaggi in siti ritenuti consacrati…inoltre a conservare dei sassi, della sabbia, dei rami, dei petali di fiori, delle medagliette, delle immagini…
Pensiamo al Muro del Pianto a Gerusalemme, uno dei luoghi più sacri per gli Ebrei, che cingeva in origine il cortile del Monte del Tempio, costruzione iniziata dal re Erode il Grande, nell’anno 19 avanti Cristo e distrutto dai Romani nel 70 dopo Cristo e che attualmente resta solo la parete occidentale, detta appunto muro del pianto, perché gli Ebrei da circa 2000 anni “piangerebbero” il loro duplice lutto: la distruzione del tempio e la diaspora; o le pietruzze che i turisti lasciano nell’antico Cimitero di Gerusalemme, che secondo la mitologia favorirebbe un eventuale incontro, nell’Aldilà, con i propri cari, una volta morti; oppure gli ulivi dell’orto di Getsemani, che furono gli unici testimoni dello sconforto di Gesù, prima del suo arresto; o la Menorah, l’antica lampada ad olio con sette bracci degli Ebrei, che simboleggia il roveto ardente che si manifestò a Mosè sul monte Horeb, nel Sinai o le stesse pietre e sabbia del Monte Sinai conservate dai turisti per devozione; o la Porta Santa del Vaticano, che si apre in occasione del Giubileo, indetto dal Papa; o la Scala Santa, dai gradini consumati dai fedeli, che la salgono in ginocchio, nelle immediate adiacenze della basilica di San Giovanni in Laterano, che secondo la tradizione sarebbe stata salita da Gesù per raggiungere l'aula dove ha subìto l'interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione; o le pietre di eliotropio, una specie di quarzo verde scuro, punteggiato di rosso, ritenute dai Cristiani sacre, per la loro leggenda, che racconta fossero macchiate del sangue di Gesù, caduto su di esse al momento della crocifissione; o la Pietra Nera dei Musulmani, incastonata nella Ka’ba, cioè cubo, nella moschea di Al-Masjid-al-Haram nella città della Mecca; o il bagno sacro che gli Indù fanno ritualmente nel Gange, il fiume dell’India, che è personificato nella dea Devi e la cui convinzione dei fedeli sia quella che possano ottenere il perdono dei peccati ed un aiuto per raggiungere la salvezza; o il bagno nelle sacre acque delle piscine di Lourdes, per i Cristiani…
IL MURO DEL PIANTO!
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Inoltre la venerabilità di un albero o di una pianta si ripeteva nei vari popoli non solo antichi ma anche moderni: per i Vichinghi il frassino, per i Maya si trattava dell’albero della ceiba, per i Taoisti cinesi l’albero di giada, dalle fronde d’oro, per i Greci l’albero dell’ulivo, per i Cristiani la pianta d’alloro, citato anche nelle Sacre Scritture ed in seguito con l’Avvento di Gesù l’ulivo e la palma…Inoltre anche per i Cristiani, soprattutto Cattolici, anch’essi hanno un “animale totem”, simbolo di illuminazione e di pace, la Colomba…ed infine molte civiltà moderne nelle loro bandiere riportano l’effige di un animale o di una pianta, segni di coraggio, di valore, di eroismo …
Potrei citare tantissimi esempi “moderni” un po’ legati alla sacralità o di deferenza di luoghi o di piante, o di animali, o di oggetti, come le stesse immaginette, o la corona del rosario, o i calici, o i crocifissi soprattutto se sono stati benedetti da un Ministro del culto…
LA COLOMBA E L’ULIVO PER I CRISTIANI
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Per le culture precolombiane, le religioni pressappoco erano simili, all’animismo, differenziandosi solo per alcuni concetti: la civiltà Maya risale a 3000 anni avanti Cristo, e benché fosse un popolo ritenuto pacifico, praticavano nella loro religione sacrifici umani, in onore del dio Serpente Piumato, considerato il progenitore della stirpe; immaginavano il cosmo, come un immenso albero, la ceiba, che direzionava i suoi rami verso le quattro parti del mondo, essendo la Terra concepita quadrata, sopra di essa si aprivano 13 Cieli di Beatitudine e dietro di essi 9 Inferni; le anime dei morti arrivavano nell’Aldilà, attraversando dei portali, che conducevano ad un complesso di costruzioni sotterranei: recentemente, nella penisola dello Yucatan, in Messico, gli archeologi sono arrivati, appunto, alla scoperta di questi “portali”, i quali per gli antichi Maya costituivano, verosimilmente, gli ingressi di passaggio, tra la vita e la morte, alla volta di una destinazione finale.
SIMBOLI DI CULTURE PRECOLOMBIANE
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Alla civiltà Maya seguirono, intorno alla metà del 1500 avanti Cristo, gli Aztechi una popolazione alquanto spietata, soprattutto per i sacrifici umani, offerti ai loro dei; anche per gli Aztechi il Cielo era diviso in 13 parti, ciascuna delle quali sede di una divinità e gli Inferi in 9 parti e la Terra era concepita come un disco piatto, circondata dalle acque; ruoli importanti nella loro religione erano il Sole, la Luna, Venere e l’Aldilà era immaginato diviso in tre Regni distinti: recentemente gli archeologi hanno scoperto degli strumenti musicali aztechi a forma di teschio, che emettevano i “fischi della morte”, che accompagnavano le anime, soprattutto vittime di sacrificio, verso il Mondo dei morti.
FISCHI DELLA MORTE, COSTRUITI CON TESCHI
(Seconda la tradizione Azteca)
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Intorno al 1300 avanti Cristo iniziò a spandersi l’impero degli Incas, anch’essi dediti ai sacrifici umani, in onore soprattutto ad un Creatore, immaginato come un vecchio dai capelli bianchi, padre e madre, contemporaneamente, del Sole e della Luna, un essere invisibile, che controllava tutti i “Destini” e risiedeva in una dimora oscura, chiamata “Sacco di Carbone”, localizzato nella Via Lattea; la loro religione era organizzata, con una gerarchia ben ordinata di sacerdoti, a capo dei quali erano il sommo sacerdote e la sacerdotessa, scelta tra le Vergini del Sole. Le spoglie dei morti erano venerate e credevano ad un Mondo ultraterreno, cioè nel caldo regno del Sole, destinato solo a coloro, che seguivano il codice morale Inca, mentre per gli altri era riservata una vita eterna fatta di sofferenze, nella fredda Terra.
VIA LATTEA
(Luogo del Sacco di Carbone, secondo la tradizione Incas)
Foto by
MainaSoft gentilmente concessa per la pubblicazione
Per i Pellerossa dell’America, la prateria è sempre stata la loro risorsa di vita e di libertà, cacciando i bisonti e cavalcando i loro mustang e non potevano se non rappresentare il loro Aldilà, come una vasta verde prateria, dove cavalcavano le anime dei loro Antenati…La religione spesso era di natura sciamanica, una relazione diretta con tutto ciò che li circondavano, le piante, le pietre, gli astri, i fenomeni naturali, gli stessi animali ed attraverso cerimonie e trance si mettevano in contatto con il divino: lo stesso rito del “calumet”, oltre che utilizzato per stabilire trattati di pace, passandosi l’uno con l’altro la pipa, era un modo, attraverso il fumo, di far salire in cielo, le preghiere e le invocazioni.
Attualmente la cultura pellerossa si è mescolata ai simboli cattolici, fenomeno generato alcuni secoli fa, dai missionari e colonizzatori invasori, come è accaduto agli Africani, durante la tratta degli schiavi, che hanno fuso le loro antiche tradizioni religiose a fondo animistico e superstizioso, a quelle cristiane.
GRAN CANYON: LE VASTE PRATERIE AMERICANE
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Per gli antichi Egiziani il fiume Nilo giocò un ruolo fondamentale, per la civiltà di quel popolo, soprattutto per il fertile limo, che durante le esondazioni del fiume si depositava nella pianura, accrescendo l’agricoltura non solo di quei tempi, ma anche attualmente…e costituì per millenni un dio da venerare: infatti le anime dei morti potevano raggiungere l’Aldilà, esattamente il Duat l’oltretomba e i Campi Iaru, luoghi dove risiedevano le anime, solo attraversando il sacro fiume, con la Barca Solare ed approdare sulla riva opposta, dove Osiride pesava in un piatto il cuore del defunto, il quale peso, per essere eletti, non doveva superare quello della piuma, posta nell’altro piatto della bilancia, in caso contrario, l’anima del defunto sarebbe morta definitivamente!
I RESTI DELLA BARCA SOLARE DI CHEOPE
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Per gli antichi Greci, il luogo dove erano destinati gli eletti era chiamato Campi Elisi, mentre il Tartaro era il luogo di dannazione e stabilirne la destinazione spettava a tre Giudici: Minosse, Radamanto ed Eaco, ma prima di comparire davanti al giudizio, il defunto doveva superare l’oltretomba, custodito da Cerbero, attraversare il fiume Acheronte, mediante la barca di Caronte ed approdare nella riva opposta!
La sede degli dei greci era il Monte Olimpo, la montagna più alta della Grecia, tra la Tessaglia e la Macedonia, nelle prossimità del mare Egeo, la cui vetta essendo perennemente circondata da nubi, nascondeva le attività degli dei, ed era impossibile, secondo l’antica mitologia, scalare le sue pendici, senza il permesso dei “divini”!...Nella cultura greca, una leggenda raccontava di una grande pianta d’ulivo, ritenuta sacra, perché nata dalla lancia stessa della dea Atena…ed allora, nell’antica Grecia chiunque fosse sorpreso a danneggiare una pianta d’ulivo, era sottoposto ad esilio…
CAMPI ELISI
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Per l’antica mitologia norrena l’Aldilà dei Vichinghi era costituito da un’ampia città, formata da più palazzi e numerose sale, delle quali la più importante era quella detta il Valhalla, situata ad Ásgarðr, il mondo divino governato dal dio Odino, residenza di tutti coloro morti, gloriosamente in battaglia, infatti le pareti ed il soffitto di questo luogo erano realizzati con armature, scudi, lance e da 540 porte; il regno era custodito e vigilato da un’ aquila e da un orso…e le anime erano scortate dalle Valchirie, alla presenza di Odino, per essere giudicate, elette o dannate!
ÁSGAROR, Il MONDO DEL DIO ODINO
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Per gli Induisti l’Aldilà è un luogo sacro, dove le anime attendono la reincarnazione ad altre vite, finché l’uomo non arriverà alla cognizione della Verità, alla consapevolezza che solo la Trimurti indù esiste, cioè Brahman il Creatore, Vishnu il preservatore, Shiva il distruttore!...L’Induismo, infatti, è ritenuto un culto molto complesso: un insieme di credi e di tradizioni, sorti in India e nel Nepal, molti secoli fa; è considerata la religione, tra le più antiche, esattamente la terza più importante del Mondo, con un miliardo di fedeli, i loro testi sacri, risalgono almeno a 1500 anni avanti Cristo, tra i più significativi i “Veda”, una raccolta in lingua sanscrita, appartenente originariamente ai popoli Arii, che invasero l’India intorno al ventesimo secolo avanti Cristo!
LA TRIMURTI INDUISTA: BRAHMAN – VISHNU - SHIVA
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Mentre per i Buddisti il loro credo sta che il fine dell’esistenza sia quello di raggiungere un’ “Illuminazione”: ha alcuni elementi in comune con l’Induismo, per quanto riguarda il Karma, cioè “causa-effetto” dell’etica e per quanto riguarda il ciclo della reincarnazione dell’anima e di passaggi da un corpo ad un altro, fino a dissolversi nell’annullamento…Forse è l’unico culto da non considerarlo una vera e propria religione, piuttosto una dottrina filosofica, un modo di vivere, uno stile di vita, dove ogni uomo, attraverso il nirvana, che è, appunto, l’annullamento completo di ogni desiderio, raggiunge la pace, svincolandosi da tutti i dolori, delusioni, inganni della vita terrena.
BUDDISMO: RAGGIUNGERE LA PACE ATTRAVERSO IL NIRVANA!
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La dottrina islamica, dove Islam in arabo significa “sottomissione a Dio”, considerata attualmente la seconda religione al Mondo, dopo il Cristianesimo, (solo in Italia un milione e mezzo di fedeli!) è nata in Arabia nel VI secolo dopo Cristo, evangelizzata dal profeta Maometto ed il suo testo sacro è il Corano, il quale fu direttamente rivelato a Maometto dal Dio Allah. Secondo, il Corano, l’Aldilà per i Mussulmani è la Janna, che in arabo significa “Giardino”, derivando il termine, anticamente dall’ebraico Gan Eden, cioè “Giardino nell’Eden”, un’oasi meravigliosa, con ruscelli, latte, miele, nel quale gli spiriti sono serviti da vergini ed efebi, un regno dove dovrebbero ripetersi i “piaceri” della Terra….(anche se questi attuali “piaceri”, nel Mondo, sono terrorismo, distruzione, guerra, violenza, crudeltà, persecuzioni e sacrifici umani: una bella contraddizione, tra quanto scritto nel Corano e quanto i fedeli mettano in atto!)
Tuttavia un Paradiso raggiungibile solo dopo essere passati per la tomba, fino alla Resurrezione, data stabilita da Dio, nel Giorno del Giudizio e nel quale periodo il defunto sarebbe sottoposto, da parte di due Angeli, Munkar e Nakir, alla prova della loro fede…in caso negativo sarebbe condannato al Supplizio della Tomba…
Essendo l’Islam una religione monoteista, nel Corano ci sono molti elementi e concetti in comune con il Cristianesimo…così è cantato l’Aldilà, nel loro Libro sacro, dove vedo molta somiglianza con il Paradiso e l’Inferno dei Cristiani: “S'assomiglia il Giardino promesso ai timorati di Dio a qualcosa sotto la quale scorrono i fiumi, e i suoi frutti saranno perenni, e la sua ombra. Questa sarà la Dimora Finale di quelli che temono Iddio, ma la Dimora Finale degli empi è il Fuoco!”
PARADISO ISLAMICO
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Per gli Ebrei, il concetto di Aldilà, è molto simile a quello dei Cristiani, una condizione di continuità dell’esistenza, in forma immateriale…un mondo che, nel linguaggio rabbinico e secondo il profeta Isaia, “mai orecchio aveva udito, né occhio aveva veduto”!...Nella visione ebraica, comunque, il concetto di “Aldilà” non è ritenuto come il solo motivo per il quale lo Spirito si ricongiunge a Dio, in quanto per essi, mediante la perfezione morale, anche in Terra, è possibile raggiungere la vicinanza di Dio. La differenza, tra le due religioni - l’ebraica e la cristiana – è che entrambe prevedono, in un momento particolare della storia dell’umanità, una comparsa nel Mondo di un Inviato da Dio, ma per i Cristiani l’accaduto è già avvenuto, più di duemila anni fa, con la venuta di Gesù Cristo, mentre gli Ebrei ancora attendono il Messia.
Pur l’ Ebraismo condividendo con il Cristianesimo radici profonde storiche, come il testo della Bibbia e le rivelazioni dei Profeti e che il Cristianesimo stesso sia nato in abito ebraico, in quanto Gesù era ebreo, ritengono che Questi sia un falso Messia, come tanti nel corso della storia degli Ebrei, è avvenuto…ed inoltre reputano falsi anche tutti quei riferimenti storici dell’Antico Testamento, che sono riportati nel Nuovo Testamento, infatti il Vangelo, che racconta la vita e la predicazione di Gesù, da essi non è riconosciuto, come testo veritiero.
RAPPRESENTAZIONE DELLA RESSUREZIONE DEI MORTI:
AFFRESCO PRESSO UNA SINAGOGA EBRAICA
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Per i Cristiani, soprattutto Cattolici, il Paradiso, è un mondo incorporeo, fatto di energia spirituale, a differenza di tante altre religioni, che insegnano e praticano una dottrina materialistica, deterministica, speculare alla vita terrena, spesso fanatica e razzista: infatti per l’Islam, Allah accetta nel suo Regno solo i Mussulmani, gettando tutti gli altri all’Inferno, mentre le Sette come i Testimoni di Geova o i Mormoni hanno un concetto di un Paradiso spietatamente settario; in particolar modo i Cattolici si differiscono dagli altri Cristiani, come Protestanti ed Evangelisti, che seguono la dottrina della “predestinazione”, concetto assente nel cattolicesimo, dove esiste il libero arbitrio ed il Paradiso è aperto a tutti coloro che, indifferentemente dalle razze e dal grado sociale, hanno operato correttamente in vita ed anche ai peccatori pentiti…Infatti esso è un Regno non solo di Giustizia, ma soprattutto di Perdono: un luogo intangibile, ideale, puramente spirituale e completamente opposto al mondo terreno, “cosa” che per molte altre religioni, antiche ed attuali, vedono invece una correlazione, una continuazione di piaceri e di godimenti equivalenti alla vita secolare.
RAPPRESENTAZIONE DELL’ ALDILA’ CRISTIANO
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Questa breve esposizione dell’Aldilà, nelle varie culture e nelle varie epoche dell’uomo, come regno eterno, destinato alle anime dopo la morte, è stato fatto per evidenziare che in tutti i popoli, addirittura arcaici, agli albori dell’umanità, e non mi stancherò di ripetere molti dei quali sconosciuti tra loro, perciò senza alcuna minima influenza tra essi, pur esistevano alcuni fattori comuni denominatori: oltre ad avere dei concetti ricorrenti simili o uguali ed oltre ad essere evidente l’idea di eternità e l’esistenza di un Dio o più dei, sono presenti due essenze fondamentali, cioè la rappresentazione mentale di Bene e di Male e di conseguenza la pace eterna per gli eletti, la condanna per i rei!
Anche questo sta a significare che fin dai lontani tempi, sempre nel DNA dell’Uomo, è come se fosse stato impresso, oltre al concetto di “eternità”, una legge morale e soprattutto il senso della giustizia…Infatti ogni uomo, fin da bambino, è cosciente se le sue azioni siano giuste o sbagliate, prevedendo come ultimo un “giudizio”, un premio o una punizione!
Fin dalle prime “tribù” l’uomo ha sempre previsto regolare la propria comunità, con leggi da rispettare o per punire gli eventuali trasgressori: una Giustizia terrena, ma anche prevedendo una Giustizia suprema, un Giudizio universale d’ oltretomba, come se l’una fosse speculare all’altra!
GIUSTIZIE SPECULARI:
GIUSTIZIA TERRENA…GIUSTIZIA DIVINA
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In fondo la leggenda di Adamo ed Eva è più realista di quanto si possa credere: essi, nel violare l’albero proibito, sapevano di avere commesso un errore e si nascosero per la vergogna, per il timore di essere puniti e perdere per sempre le beatitudini che avevano, generosamente, acquisite!
Infatti la morte come “fine” definitiva di un uomo è sempre stata considerata un fenomeno non facente parte dell’ originaria natura umana, tanto è vero che moltissimi sono i miti, le leggende, i credi che spiegano l’introduzione della “morte” nel mondo, il perché una condizione, che era nata eterna si è mutata in mortale e le motivazioni di questa “metamorfosi” vanno ricercati dal “peccato” dell’uomo, come nell’ebraismo e nel cristianesimo: Eva nel Giardino dell’Eden tentò Adamo!...e secondo altri moltissimi culti, dagli antichi Romani, Germani, Indo-americani, molti popoli dell’Africa, ecc… la causa fu sempre per mezzo di “donna”.
IL PARADISO TERRESTRE: LA CADUTA DI ADAMO ED EVA
(Pittura in cui lavorarono insieme Peter Paul Rubens e Jan Brueghel il Vecchio)
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La morte è dunque simboleggiata da una figura femminile: infatti il Regno degli Inferi nell’antichità, attraverso diverse culture, erano quasi sempre rappresentata da una donna, basti ricordare nella letteratura greca-romana la dea Ecate, regina degli spettri e delle ombre; la dea Persefone, moglie di Ade e regina dell’oltretomba; le Erinni, dee infernali; le Moire, tre donne dall’aspetto anziano, dimoranti negli Inferi di Ade; Iris, dea della discordia e del male; le tre sorelle Gorgoni, la più famosa la Medusa, che pietrificava chiunque la guardasse negli occhi…Persino nelle antiche favole per bambini, la figura del Male, della tentazione, della perdizione erano e sono identificate con figure femminili, come le “Streghe”!
LA MEDUSA, LA PIU’ TERRIBILE DELLE SORELLE GORGONI
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Detto tutto ciò, secondo l’escatologia, cioè la dottrina filosofica che si occupa dei destini ultimi dell’Uomo e dell’universo, ma anche alla luce dell’evoluzione mistica delle varie etnie, del corso delle varie credenze, mitologie, culti, tradizioni e del fattore comune che è sempre esistito in tutti i popoli ed in tutte le epoche, ragionevolmente, si deve convenire che ad ogni Uomo, geneticamente, sono stati “incisi” e trasmessi, a caratteri incancellabili, quattro concetti spontanei, innati e fondamentali: Creatore, Eternità, Bene, Male e su quest’onda si svolgono tutte le azioni, le scelte, le condotte, le manifestazioni, le reazioni, i risultati, le opere, la vita sentimentale e materiale dell’esistenza umana: una storia, un’etica, una verità, che perdura da quattro milioni d’anni, dove l’umanità non è mai fuoriuscita da questi binari!
“Il cielo stellato sopra di me
e la legge morale dentro di me”
(Estratto dalla “Critica della ragion pratica” di Immanuel Kant)
DETTO NAVAJO
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04 – DA DOVE VENIAMO, DOVE STIAMO ANDIAMO?...
L' ETERNITA’ INVISIBILE
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Il termine “eternità” deriva da una locuzione latina, “ex”: fuori e “ternum”: terno…etimologicamente, “fuori dalla triade”: cioè al di fuori del passato, del presente e del futuro: un tempo senza limiti, senza livelli e senza condizioni!
L’esistenza di un uomo inizia, invece, con un presente, che diventa istantaneamente passato e l’attimo subito dopo si tuffa nel futuro, che si muta nuovamente, in un attimo presente, per ritornare nell’attimo successivo nel passato…Ed il ciclo continua per tutta la sua esistenza…per cui la sua condizione, apparentemente, sembrerebbe di un tempo determinato da tre livelli limitati!
Tuttavia l’inizio e la fine di una vita non sono altro che due presenti, il primo tra il presente ed il passato ed il secondo tra il presente ed il futuro...ciò che manca, per essere un’esistenza eterna sono un passato indefinito ed un futuro illimitato...di conseguenza l’esistenza dell’uomo si risolverebbe in un continuo presente, delimitato da due condizioni: nascita e morte!
Il dilemma infatti, sta proprio nella fine, rappresentata dalla morte, perché non prevederebbe un futuro dal quale aspettarsi, in qualche modo una continuità…e nell’inizio, che non contempla una dilatazione infinita di tempo, da immaginarsi l’arrivo dell’essere umano, da una condizione di tempo illimitato…
VITA E MORTE
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Inoltre in ogni essere vivente pur vivendo un continuo presente, prevale nella sua memoria il passato, perché esso accumula attimi di eventi, raccoglie anni di ricordi, custodisce la storia di tutta la sua esistenza, mentre il presente ed il futuro preservano solo una scintilla, un bagliore, un attimo fuggente dei suoi accaduti, i quali sono impossibili fermarli, se non quando, entrando nel passato, si estendono nel tempo in tanti attimi, srotolandosi in fatti di vita vissuta e ricordarli.
Alla fine dell’esistenza, perciò, ci troveremo solo con un ricco passato ed un attimo presente: cioè un trascorso florido di avvenimenti, di conoscenza, di esperienza ed il momento presente del trapasso…un istante, un battibaleno, un lampo: l’ultimo respiro!...
Tuttavia, se vogliamo essere pignoli, l’esistenza dell’uomo è delimitata, rigorosamente, non da due tempi, nascita e morte, ma da tre tempi, che sconvolgerebbero tutto il discorso: prenatale (cioè il periodo di vita intrauterina), nascita e morte: tre segmenti, dove i punti estremi si assomigliano, perché sono due incognite e non sappiamo a quale “tempo” stabilirli!...
Considerando il periodo prenatale dell’uomo, dobbiamo convenire che pure esso ha un presente, un passato, un futuro, se teniamo conto del suo sviluppo, nei nove mesi, nel ventre di un donna… ma se l’embrione porta il DNA degli avi di entrambi genitori, non dimentichiamo, che c’ è comunque una genetica remota di un “ceppo” unico, che abbiamo ereditato, fin dai primi Uomini, che ci distingue come specie umana e quindi è come se ci fosse un periodo “ante-prenatale” e la catena degli anelli salirebbe ancora, dilatandosi sempre più nel tempo, prevedendo una catena infinita di origini…ed è ovvio, che così ragionando e calcolando, è inevitabile non arrivare alla fine ad un’ Origine Assoluta ed eterna.
TEMPI INDEFINIBILI!...
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Valutando quest’ultima ipotesi non si può fare a meno di considerare che tutta la realtà non ha un tempo determinato di esistenza, essa è sempre stata immanente e presente nell’Eternità stessa, come se fosse un “embrione” pronto ad evolversi, secondo un programma ben stabilito e rigorosamente ordinato e predestinato: nulla esiste al di fuori dell’Eternità, ma tutti gli esseri, tutte le cose, tutti i fenomeni, tutto ciò che di organico ed inorganico è in questo mondo e fuori di esso, nello spazio, nell’Universo, sono inerenti, intrinseci, peculiari, connaturati ad Essa, da dover ammettere che l’unica Realtà è l’ Eternità: un’ Origine ed un Inizio eterni, perciò Tutto in Uno ed Uno in Tutto e Tutto è eterno, nulla si crea e nulla si distrugge, ma solo evoluzione e trasformazione di ogni Cosa…
SIAMO AVVOLTI DALL’ETERNITA’!
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Infatti, per quanto so, non mi risulta scientificamente provato che possa esistere in Natura “cosa o essere” che si crea dal Nulla o che non abbia avuto un’Origine, né tanto meno che si distrugga per sempre, se non una mutazione!
L’uomo, dunque, non si è auto-creato, ma ha una sua Fonte imperitura…e l’Origine nel quale eravamo immanenti da sempre, ha dato inizio alla nostra storia, come specie umana, unendo ogni individuo, in un unico DNA, capace di trasmettere l’informazione genetica, in primis, della specie umana, dividendosi e moltiplicandosi in catene di DNA!
E’ come se tutti gli Uomini, in un certo senso, fossero parenti, qualora si trovasse il capo della matassa di ogni albero genealogico di ciascuno…è come dire che in ognuno di noi c’è un po’ di Nerone e di Hitler, di Dante e di Beatrice, di Attila e di Cleopatra, di San Francesco e della monaca di Monza, di Mosè ed Abramo, degli stessi Maria e Giuseppe di Nazareth…di Adamo e di Eva!...Un’unica radice che ha dato vita ad un unico albero, con una fittissima rete di rami, che si staccano di foglie morenti e si rigenerano di gemme nuove: tutta la vita è eternamente interdipendente e rigorosamente in evoluzione!
Secondo la religione cattolica, Gesù stesso disse:
“Siete tutti fratelli e figli adottivi di Dio!”
CASTAGNO FORMATO DA PIU’ TRONCHI ED UNICA RADICE!
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Infatti considerando che l’Umanità non abbia mai avuto un Inizio limitato, ma un’evoluzione di anelli nel tempo, un’ “idea” sempre presente nell’Origine, inevitabilmente di conseguenza, dobbiamo ammettere che non abbia una Fine, piuttosto un proseguo post-mortem, che fa pensare che l’Uomo non è una creatura del Tempo determinato, ma dell’Eternità e che il “tempo determinato”, sia solo una sua temporanea condizione!...
LA VITA E’ UN CONTINUO DIVENIRE…
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La realtà è dunque un perenne divenire, come evoluzione, mutamento, movimento, uno scorrere senza fine: “πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός” - (panta rei) tutto scorre come un fiume, è il celebre aforisma di Eraclito!...
Scende la pioggia alimenta la sorgente, le cui acque scorrono a valle come fiume, il quale si getta nel mare…le acque vaporizzano e torna sotto forma di nubi in cielo e…scende nuovamente la pioggia…
Cosa si è formato prima e qual è l’origine, se la pioggia, la sorgente, il fiume, le nubi, non si sa con esattezza...un magico cerchio, l’unica figura geometrica, che non ha né un Inizio né una Fine, ed è stato sempre fin dai tempi remoti, la rappresentazione della perfezione, della completezza, dell’eterno, del divino…un'unica linea, i cui estremi si ricongiungono, si chiudono, per dare atto a tanti punti, i quali tutti possono essere un principio o un termine o nessuno di entrambi…Infatti l’infinito è rappresentato simbolicamente con due anelli, una specie di “8” rovesciato, in posizione orizzontale, ideata nel 1655, per la prima volta dallo studioso matematico inglese John Wallis, ma utilizzata come simbolo internazionale dell’infinito solo nel 1800.
SIMBOLO DELL’INFINITO!
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L’Eternità dell’esistenza, la ciclicità e l’avvicendarsi della vita e della morte, l’interezza dell’universo, per molte civiltà remote, dai Greci agli Egiziani, per molte filosofie dallo gnosticismo, all’ermetismo, all’alchimia, erano rappresentate dall’Ouroboros, il serpente che si morde la coda (serpens qui caudam devorat) un simbolo molto antico, a forma di cerchio, figura che sembra sia stata suggerita, dalla struttura della Via Lattea, che secondo popoli preistorici, era raffigurata come un lungo e tortuoso serpente luminoso, che si srotolava nell’Universo, avvolgendo la Terra, perciò compiendo una circonferenza.
L’ “Ouroboros”, ossia colui che si divora la coda, era già conosciuto in Egitto, fin dal diciassettesimo secolo avanti Cristo ed era l’anello, che univa quattro divinità cosmiche: Sithis, Iside, Osiride e Horus; passato poi come allegoria per i Greci ed i Fenici, che rappresentava il Cosmo, l’Eternità e la Divinità; nella mitologia norrena, il serpente che si mordeva la coda era conosciuto con il nome di Jörmungandr, che si intendeva demone cosmicamente potente; nell’antica cultura azteca era il Quetzalcōātl, un serpente piumato; mentre per gli Indù era sotto forma di Drago che si morde la coda ed avvolgeva i quattro elefanti, che sorreggevano il mondo e sempre come drago era popolare anche in Giappone ed in tempi più moderni accolto anche da alcune sette cristiane, come gli Gnostici e gli Ofiti…
Infine l’ Ouroboros racchiude l’antico assioma greco: “en to pan”, traducibile in “Uno e Tutto o Tutto è Uno”, che vuol dimostrare l’Eternità di ogni cosa e come ogni Cosa è soggetta ad un Creatore, unico Centro e Circonferenza di quanto nella realtà è stato creato!
TUTTO E’ UNO…CENTRO DI TUTTA LA REALTA’
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Persino nell’arte medica il “serpente” è il simbolo sovrano, sia per il suo potente veleno causa di morte, sia per i poteri curativi, che si potevano e tuttora si possono trarre dalle sostanze tossiche delle sue ghiandole, facendo sperare ad un “elisir di lunga vita”…inoltre per la capacità di sostituire il suo vecchio involucro e rigenerare una nuova pelle, il serpente è stato sempre simbolo di continuità e di Eternità!...Due ali, lungo la quale si attorciglia una doppia elica a forma di due serpenti, costituiscono il simbolo del nostro stesso DNA!
L’OUROBOROS: IL MITICO SERPENTE CHE SI MORDE LA CODA
ED I SERPENTI ATTORCIGLIATI SIMBOLI DELL’ARTE MEDICA
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Inoltre assieme al quadrato, al triangolo, alla croce, alla spirale… il cerchio è tra i cinque simboli più rappresentativi, che hanno avuto un forte ascendente presso le varie culture non solo Cristiane, ma Babilonesi, Cinesi, Indiane, Azteche, Greche, Egiziane, Anglosassone…
Per i Cristiani il cerchio personifica l’Eternità, ad esempio tre cerchi uniti tra loro rappresentano la Trinità; per i Babilonesi indicava la misura del tempo ciclico; per i Cinesi esprimeva il Cielo, comunque per tutte le culture equivalevano al concetto di Eternità!
Le antiche piazze, gli antichi anfiteatri, o templi sacri o monumenti funebri erano a forma circolare o quadrangolare…la stessa isola di Atlantide venne descritta da Platone, come cerchi concentrici…la famosa croce santa degli Egizi, l’ankh, la chiave di Iside, simbolo della “Vita” era formata da un anello superiore ed una croce finale, e simile architettura, la troviamo anche presso un antico tempio azteco, in Messico.
1 - ANKH, LA CHIAVE DI ISIDE, PROVENIENTE DAL TESORO DI TUTANCHAMUN!
2 - ANTICO TEMPIO AZTECO, IN MESSICO (a forma di Ankh!)
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Il filosofo greco Platone considerava le due figure geometriche il cerchio ed il quadrato di perfetta simmetria e fin dall’antichità, tra i diversi popoli e culture, l’uno rappresentava l’Universo, cioè la spiritualità e l’ Eternità, e l’altro la Terra, cioè la materialità, un’equazione, due espressioni equivalenti riconducibili all’Uomo: spirito e carne!
Tutta la realtà, per molte correnti di pensiero, era rappresentata da un quadrato iscritto in un cerchio, con un solo punto centrale in comune, dove fin dall’antichità nella coincidenza del “punto”, tra le due figure geometriche, vedevano simboleggiata la perfetta armonia e coerenza, tra il divino e l’umano, o meglio tra Creatore ed il creato!
L’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci è un cerchio, un quadrato ed una figura di uomo allegoricamente disegnata al centro…e come centro del compasso ha l’ombelico dell’uomo: forme di perfetta simmetria!
Il quadrato rappresenta la Terra, mentre il cerchio l’Universo e l’Uomo indica la perfetta sintonia con le due figure geometriche: finito ed eterno, carne e spirito, terreno e divino!
UOMO VITRUVIANO DI LEONARDO DA VINCI
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Da questi concetti si deduce che fin dagli albori dell’umanità, l’uomo si è sentito investito di immortalità, per cui sempre sono state in lui impellenti le domande: da dove vengo e dove vado…ed una forza misteriosa, immanente in lui, qualunque sia stata la sua cultura, la sua civiltà o l’epoca in cui sia vissuto, lo spinse a sentirsi su questa Terra, solo un turista temporaneo…
Infatti l’Uomo non pensa mai al Presente, né vive per il Presente, ma i suoi interessi, le sue aspettative, i suoi desideri, i suoi progetti sono rivolti al Futuro e per il Futuro si impegna, si dedica, lotta, intraprende vincoli e responsabilità…Ci viene più spontaneo dire piuttosto che “ora lo faccio”, “lo farò”… e mentre viviamo delle vacanze in un’isola esotica, già pensiamo a come trascorrere le prossime ferie l’anno dopo... si vive sempre nell’attesa gioiosa o dolorosa del Domani, per una festa che ci attende, per un viaggio programmato, per un esame, per un lavoro promesso, per un figlio che si attende…si risparmia e si accumula per il futuro!...
Tutta la vita umana è protesa in avanti, una corsa verso il Futuro, fatto di attimi fuggenti, che non si ha neppure il tempo di considerare, perché è già trascorso, perché è già Passato!... E’ come se il cerchio abbia fretta di chiudersi, di raggiungere l’incognita iniziale…ritornare al punto da dove è venuto: che l’Alfa si ricongiunga all’Omega, il cerchio perfetto!
Nell’opera “De la causa, principio et uno” di Giordano Bruno, filosofo vissuto nella seconda parte del 1500, il cui pensiero è uniformato al naturalismo rinascimentale, scriveva:
“Possiamo affermare con certezza che l’universo è tutto centro, o che il centro dell’Universo sta dappertutto e la sua circonferenza in nessun luogo”!
CENTRO DELL’UNIVERSO…DAPPERTUTTO IN NESSUN LUOGO!
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Tutta l’esistenza dell’Uomo è fatta di ipotesi, congetture, supposizioni, ricerca, esami…tutti elementi che hanno fatto arzigogolare le menti umane… Tutto “banchetto” appetitoso e stuzzicante per filosofi, teologi, fisici, storici, matematici…tutta un’ “oasi” di speranza o di illusione, per i comuni mortali…e che invitano all’ “arzigogolo” anche la Sottoscritta, che tuttavia crede all’eternità dello spirito umano, che è ben diverso essere invece appartenente ad una qualunque dottrina di pensiero: io penso, che prima di confarsi ad un culto religioso, sia necessario risolvere, prima nel proprio intimo, i dilemmi, i dubbi, le inquietudini…stabilire i propri principi, le certezze, gli orientamenti, il rapporto tra uomo e Dio, tra corpo e spirito, tra finito ed eterno…avere chiara la propria linea di morale e di condotta da seguire…trovare la pace, la serenità, l’equilibrio interiore, fino a capire che una religione anzi che un’altra, sia conforme e coerente alla sua etica, oppure persuadersi di una sua personale filosofia di vita che sia coerente alla sua morale e rispettosa della libertà degli altri!…
MEDITAZIONE E RICERCA DI PACE INTERIORE!...
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Infine, a parte alcune differenze dovute all’epoca in cui l’uomo è vissuto, alle tradizioni e alla storia alle quali appartiene, il concetto di Aldilà, di Eternità, di Creatore sono comuni dominatori!...Escluse piccole deviazioni, tutti i Credi sono fiumi o affluenti, che sboccano allo stesso Oceano!...e proprio perché le diverse Fedi ricercano la stessa Verità, sono tutti immissari, che portano le loro acque ad un’unica Foce, per cui non dovrebbero esistere tra gli uomini, competizione, fanatismo, estremismo, intolleranza…ma pacato scambio di opinioni, integrazione di concetti, rispetto di idee, in quanto non siamo esseri clonati, copie geneticamente identiche, né identici sono i luoghi, le culture, le usanze, il grado sociale di un vissuto di un uomo…Pur appartenendo ad un unico Ceppo di DNA, ognuno ha la sua personalità e la libertà di manifestare la sua individualità!
Il volere con prepotenza, ogni corrente religiosa o setta arrivare all’egemonia, al sommo grado di potere e supremazia sulle altre e soprattutto mescolare la politica, perciò concetti totalmente materialistici, ai concetti puramente spirituali, è la soluzione peggiore, non solo per dividere i popoli, dilaniare l’umanità, ma allontanarsi sempre più dalla Verità!
La politica, inoltre, avendo come programma una costituzione, un’organizzazione, un’amministrazione e la direzione della vita pubblica di uno Stato è disparatamente dissimile da popolo a popolo, così come un “credo” - che eccetto il comune concetto di ricerca di un Creatore immanente in tutti - ha le influenze delle caratteristiche culturali e storiche di un gruppo etnico, per cui ogni uomo, nel mondo, dovrebbe essere libero di manifestare il suo pensiero, intelligente o banale che sia e scegliere una sua dottrina, comunque sempre confacente ad un’ etica universale, perché infine, pur appartenendo a civiltà e razze diverse, uno stesso Destino finale accomuna tutti: ogni uomo è un fiume alla disperata ricerca dell’unico Oceano!
OGNI UOMO APPARTIENE ALL’INFINITO
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E’ implicito che tutto il mio pensiero è solo personale, che non ha alcuna fonte scientifica, se non una deduzione soggettiva, una libera interpretazione della storia dell’uomo nel corso degli anni, nell’osservazione attenta di un Universo che mi avvolge, di una ragione e di uno spirito che mi interrogano…come ognuno di noi, giusta o sbagliata, fantasiosa o realistica ha diritto di ipotizzare idee personali e come è sempre stato naturale che ciascun uomo almeno una volta nella sua vita si sia chiesto: “Chi sono…da dove vengo e dove vado!”
A volte per esprimere i propri concetti, occorrono fogli d’inchiostro, come nel mio caso…ad alcuni, veramente geniali, bastano solo poche righe:
Giuseppe Ungaretti scrisse nel 1917, quando era soldato sul fronte del Carso la sua lirica più breve e per me l’espressione più profonda di fusione di due elementi antitetici, l’umano e l’Infinito:
“MI ILLUMINO D’IMMENSO”
A soli 21 anni, Giacomo Leopardi, un secolo prima nel 1819, in un suo Cantico, esprime l’annullamento dell’uomo nell’ Infinito:
“…E IL NAUFRAGAR M’E’ DOLCE IN QUESTO MARE”
Due brevissime citazioni…dove unite: “Mi illumino d’immenso…e il naufragar m’è dolce in questo mare”, si completano e che meglio non potevano esprimere il concetto di “Eternità”!
VERSI DI UNGARETTI E LEOPARDI
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Ogni anno nel Mondo, l’Uomo ricorda, un evento storico legato alle sue tradizioni, che per i Cristiani è un “Presepe”…e per essi, in quella grotta, sono racchiusi il grande mistero della Vita ed i grandi interrogativi sul Destino dell’Uomo!...Anche se non è il periodo adatto, vi mostro un mio Presepe…
Scritto del 2008 pubblicato
nell’ ex Blog di lilliput2000,
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FINE DEL CAPITOLO.
CAPITOLI PRECEDENTI
(Dalla Raccolta: "ALLO SPECCHIO MI CONFESSO"
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